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Ovvero: suvvia, tira fuori lo scrittore che è in te!
Pagina di Stefano, luglio 2023

Ognuno esprime qualcosa di diverso. Chiaro, lo sappiamo tutti. Naturalmente lo yoga ha da dire qualcosa di specifico a riguardo. Premetto che chi scrive, è solo uno ‘studente’ o ‘praticante’ di yoga, non un ‘insegnante’. So alquanto bene ciò che dico perché faccio consapevolmente lo yoga da 30 anni, ma non è che le mie parole siano da prendere come qualcosa di ‘ufficiale’ o come un insegnamento.

Dicevo quindi che ognuno esprime qualcosa. Facendo qualcosa, qualsiasi cosa, esprimi qualcosa di diverso da tutti gli altri. Se lavi il pavimento, spargi per così dire la tua essenza nell’ambiente. Nello yoga chiamiamo tale essenza ‘vibrazione’. Mentre lavi stai creando qualcosa. Crei una vibrazione migliore nell’ambiente, usi la tua energia, quindi il tuo entusiasmo, per inventare il modo in cui passare lo straccio, ad ogni passaggio dello straccio, interiormente scrivi la riga di una poesia.

E se scrivi una poesia, che sia con la penna, con la tastiera o con lo straccio, puoi star sicur+ che stai offrendo te stess+ al mondo!

meditazione, luce spirituale, chinmoy

Per dirla tutta, non c’è bisogno affatto dello straccio. Basta un passo, un movimento… un respiro. Con ogni respiro ogni essere vivente offre se stesso all’universo, e contribuisce alla vibrazione generale dell’universo.

Brav+, vedi, hai appena scritto una poesia! Sì sì, hai respirato, ti ho vist+! Hai proprio respirato, e lo hai fatto ancora, e poi di nuovo… stai scrivendo tante di quelle poesie! che bello! altro che Leopardi, Dante e Carducci… be’ anche loro respiravano in effetti… in più scrivevano… comunque…

Ogni tuo secondo di esistenza sul piano fisico, è una poesia scritta e pubblicata dall’editore che è l’universo. Sta ad ognuno di noi offrire un’esistenza di alta qualità e non di bassa qualità.

Cosa si intende, nell’ambito dello yoga, con ‘bassa qualità’ o ‘alta qualità’? Direi che per sintetizzare il concetto in una sola parola si può dire ‘consapevolezza’. Sì, proprio lei, la consapevolezza tanto amata dallo zen e da tante discipline di meditazione orientali. Un respiro ‘consapevole’ è un respiro di alta qualità. Se ognuno di noi offre una poesia, un respiro, di alta qualità all’universo, la qualità dello stesso universo sarà migliore.

L’evoluzione dell’universo volge verso la ‘consapevolezza’. Qui per consapevolezza non si intende ‘conoscenza’, non si intende una consapevolezza a livello del pensiero, proprio no. Si intende… come dire?… ‘sentire’ la realtà. Sentire cosa c’è dentro la realta. Sentire lo scorrere della realtà. In una parola, con consapevolezza, qui si intende meditazione. Meditazione e consapevolezza sono in pratica la stessa cosa.

Che bello meditare! Chi non ha mai provato seriamente a meditare, non ha idea di cosa sia la meditazione. La difficoltà più grande è iniziare… si deve fare esercizi per alcuni mesi, tutti i giorni, e finalmente pian piano ti abituerai a portare la tua consapevolezza dai livelli di esperienza più esteriori: pensieri, sensazioni esteriori ed emozionali, a quelli più profondi: cuore ed anima.

Curioso ed interessante notare che per far questo, all’inizio, è molto utile fare esercizi per meditare che spostino la consapevolezza proprio su aspetti fisici, quindi ancora più esteriori dei pensieri e sensazioni emozionali. Ad esempio, durante un esercizio preparatorio alla meditazione, poni la consapevolezza sul tuo respiro… un respiro alla volta… aria dentro… aria fuori… senti l’aria che passa dal naso, dalla gola… senti la ricchezza dell’ossigeno… Tutte sensazioni puramente fisiche, ma non mentali o emotive.

Credo che questo tipo di esercizio funzioni perché sono i pensieri e le emozioni grossolane che ci impediscono di ‘sentire’ la meditazione. Mentre l’aspetto fisico è in qualche modo inerte e quindi non interferisce con il nostro ‘sentire’ la meditazione. Restare concentrati sull’aspetto fisico ci aiuta a distogliere l’attenzione dai pensieri e dalle emozionalità, e quindi ‘purifica’ in un certo senso la nostra consapevolezza.

Be’ mi sono decisamente dilungato un po’. Tornando alla poesia… anzi, tornando al titolo di questa pagina: “Pagine scritte da noi”…

Innanzitutto qui ‘noi’ siamo i praticanti della meditazione nei Centri Sri Chinmoy. Scriviamo, in modo da poter offrire qualcosa in modo consapevole. A differenza del respiro puro, o anche del semplice ‘esistere’, scrivere una pagina è una forma di espressione che si rivolge anche direttamente alla mente ed alla parte emozionale dei lettori, non solo alla vibrazione dell’ambiente e del prossimo e di tutto l’universo. Scrivere una pagina offre certamente anche una vibrazione interiore all’universo, ma anche delle idee e delle emozioni direttamente a chi legge.

Mentre, ripeto, il mero respiro offre solo (e non è poco!) la parte profonda, interiore, offre ‘solo’ una meditazione profonda, che è anche (e non è una frase fatta) la più profonda delle poesie.

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